Hai voluto la Norvegia? E ora corri!

Oggi ho capito una cosa: le previsioni meteo in Norvegia sono molto più attendibili che in altre parti del Pianeta.

Era annunciata pioggia a partire dalle 8.30 di stamattina fino alle 14.00. E così è stato. Una pioggia fina, incessante, che lentamente penetra gli indumenti più tecnici, impermeabilizzati. E lentamente scivola tra i vestiti e la pelle, inzuppandoti.  E’ come quella pioggia che nelle caldi estati mediterranee, è un sollievo bramato. Ma che qui, nell’estate norvegese, fatta di vento costante e continui sbalzi termici, è difficile da gestire. Specialmente se devi correre per ottantaquattro kilometri in una giornata.

La prima cosa che ho pensato, dopo i primissimi kilometri di questo secondo stage di In Extremis, è stata: “Ma chi me lo ha fatto fare?!”.

Ho sofferto tremendamente di testa. La pioggia, il freddo, la fatica (ma quale elogio?!) e la solitudine.

Se ieri sono riuscita anche a correre a 5’30/km, oggi ho fatto fatica a scendere sotto i 6′. Ieri i piedi non toccavano quasi terra, tanto ero leggera nel corpo e nello spirito. Il solo rumore che sentivo era quello del vento tra le fronde della vegetazione o dei camion che mi sorpassavano. Oggi ad ogni passo un colpo di martello sull’incudine. Tum – tum – tum – tum. Passi pesante, testa pesante. E troppo pensante. “Ma che freddo!”, “ma quanto manca?”, “ma tutta la mattina da sola senza la compagnia di nessuno?!”.

Ma, ma e ancora ma…

In solitudine i pensieri si moltiplicano. Funziona come il domino. Uno ne tira un altro e un altro e un altro ancora. E proprio come i tasselli del domino, sono stata abbattuta da mille ‘perchè’ e poche certezze, che si susseguono uno dopo l’altro. Perché in solitaria? Vi starete chiedendo. Perché pioveva è la risposta. E con la pioggia non potevo essere scortata in bici (e tanto meno potevo chiedere di correre una maratona con me!). Ho fatto dei tratti di strada che sembravano delle highway americane. Avete presente? Io no, perché negli USA non ci sono mai stata, ma quelle strade infinite di Forrest Gump, stamattina me le sono proprio immaginate. E a un certo punto avrei voluto fare come lui: fermarmi e smettere di correre.

Però mi sono detta: “Hai voluto la Norvegia? E ora corri!”

La seconda giornata è finita. Sono a metà del mio cammino. Sapete che tempo danno domani? Pioggia dalle 9.00 alle 12. E io spero che, almeno per domani, le previsioni norvegesi, possano allinearsi a quelle del resto del Pianeta.

 

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