“Camminando si fa cammino”. A un passo dalla meta.

“Camminando si fa cammino”.

Non è una mia frase, ma del poeta spagnolo Antonio Machado.

Perché l’ho scelta? Perché camminando, nel mio caso correndo, ho scoperto molto di me. Certamente la mia forza nelle mie debolezze. Una scoperta preziosa, soprattutto in tempi di performance obbligate, che non contemplano rallentamenti né imperfezioni.

Infatti, questo “cammino” (virgolettato consapevolmente) è un regalo che mi sono voluta fare. Un’impresa a conclusione di tutte le mie imprese. Un The End, che (forse) mette un punto. Non a caso ho scelto Capo Nord. Limite estremo, punto più a nord dell’Europa.

Se oggi fosse stati con me, avreste capito il perché della mia scelta.

Il freddo mi è entrato nelle ossa, ha tagliato il mio viso e mi ha intorpidito mani e piedi. Il vento che spingeva, ora a mio favore, ora contro. Quasi a voler fermare il mio incedere verso la meta finale. Solo condizioni così al limite potevano chiudere il mio percorso iniziato più di 10 anni fa. Sono consapevole che il vero senso di questo mio viaggio, non è arrivare, ma correre. Tappa dopo tappa, rivisitando tutto quello che è stato. In questi giorni. Nella mia vita.

Perché non c’è un “andare”, che non porti alla resa dei conti.

Non c’è un procedere, che non ti porti a confrontarsi con una dimensione più alta, forse più spirituale, che ciascuno custodisce nel proprio intimo. Avvicinarsi alla meta, ritrovando emozioni scomode. Dimenticate o forse solo assopite. Capire e conoscere le mie ombre e le mie luci. Far pace con me stessa e riportare a casa i pezzi del mio puzzle ricostruito.

Per questo oggi ho deciso di correre senza soste.

Il mio incedere è stato il mio meditare. Ho sofferto nel freddo e nel vento, ma mi sono gustata la strada che scorreva. Ho vissuto la meraviglia di questa natura sconosciuta, dura e incontaminata.  Ho reinventato il tempo e lo spazio per non sentire la fatica e il freddo, aiutata dalla presenza costante della luce del ‘sole di mezzanotte’. Per dirla alla Rousseau: “Non ho mai pensato tanto, non sono mai tanto esistita, e non ho mai tanto vissuto e non sono mai stato tanto me stessa, se così posso dire, come nei miei viaggi, che ho fatto da sola e a piedi”.

Capo Nord è sempre più vicino. Mancano solo 42 kilometri.

E se allora, la meraviglia del mio cammino è stata così forte, la domanda sorge in maniera spontanea: “Perché fermarsi ora?”. Non è forse nel viaggio che si scopre la meraviglia di se stessi?

 

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