Che In Extremis abbia inizio!

Luna piena, luna bella. Luna piena, luna fascinosa.

Così mi ha accolto il cielo questa mattina quando sono partita per questa mia nuova avventura.

La luna piena è la Luna cui tendono tutte le precedenti, in un crescendo ordinato, atteso e desiderato. La Luna che aspettiamo, nei giorni prima, dicendo “sì, quasi, ma non ancora”. La luna a cui affidiamo i nostri sogni.

Ma oggi il giorno è finalmente arrivato. Il giorno in cui ha inizio la mia In Extremis.

L’attesa è finita.

Attesa per qualcosa che ha il sapore del superamento del limite, come recita il nome stesso. A pensarci bene, la condizione dell’attesa in fondo ha insito il senso del limite: non posso affrettare ciò che vorrei, devo aspettare che qualcosa accada per poter andare oltre. Senso del limite che è anche senso di responsabilità e consapevolezza della realtà.

Eppure quella che mi accingo ad affrontare è una sfida “no limits”, definita solo dai limiti del chilometraggio (due maratone al giorno) e dal tempo per arrivare a Capo Nord (quattro giorni). Il resto sono confini fluidi, in continuo movimento, in continua evoluzione.

Un’ impresa che sfida e si affida al concetto di responsabilità, mettendo in gioco due libertà. Quella mia e quella del mio team, che in questi quattro giorni dovranno trovare il modo e la misura del con-vivere nell’equilibrio fra il mio (non) limite e l’autonomia.

E allora che la sfida abbia inizio.

Che il plenilunio sia realizzatore di sogni. E che il sole di mezzanotte norvegese mi dia l’energia per concludere la mia In Extremis. Da Alta, correndo fino ad arrivare alle “colonne d’Ercole” del Nord Europa, fino a Capo Nord.

Ora lo sguardo si riempie della meraviglia della natura, un sospiro mi riempie i polmoni. Gli occhi si chiudono, sento la terra sotto i piedi. Che il sogno si realizzi, che in Extremis abbia inizio.

 

 

 

 

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