L’arte di pensare mentre corro

Si dice che le opere di De Chirico siano piene di enigmi e che rappresentino anche un grande racconto di attualità. Ho voluto immergermi in tutto questo l’altra sera; abbandonarmi alle forme dell’arte – una mia grande passione – per ritrovare quella sensazione di isolamento completo dal mondo, il silenzio che dà spazio ai pensieri dell’anima. Ero un tutt’uno con il quadro e la stessa, pervasiva, sensazione di armonia con il mondo la provo mentre corro. Libera da tutto corro. Come in un quadro i colori si sovrappongono lasciando spazio a diverse interpretazioni, la mia mente ricomincia a comporre il percorso e, passo dopo passo, tutto sembra più nitido. 

Quando corro riesco a liberarmi del ruolo di mamma, moglie, coach, imprenditrice di me stessa. Sono sola insieme ai miei pensieri che fluttuano dentro la mia testa allo stesso ritmo che sto tenendo con le mie gambe. 

Il primo pensiero che si impone, durante i primi chilometri, sono le piccole situazioni quotidiane che, prima della corsa, appaiono spesso come intoppi insormontabili, ma che con il tempo rivelano la loro natura inoffensiva.  

Quando il fiato è stato rotto e il passo ha iniziato a procedere su un ritmo più sostenuto, volo verso la dimensione dei sogni ad occhi aperti. La strada davanti a me si tramuta in un deserto, il cielo, al contrario, è freddo e, ad un tratto, sembra di vedere in lontananza delle indicazioni che segnalano la città di New York. Non sono allucinazioni. Sono solo il risultato di quel pensiero fisso che un ultrarunner ha ormai insito nel proprio modo di vedere il futuro. Non importa se ti sembra di aver perso quella scintilla sui tanti chilometri percorsi; ormai lei è fissa nel profondo del tuo essere e, quando ritorni verso te stesso, ricompare più forte che mai.

Come organizzare una moltitudine di sogni così complessi? Solo il tempo e la perseveranza me lo farà capire. 

Siamo nell’ultimo tratto del mio percorso di allenamento e a quel punto mi rendo conto che per un’ora e mezza sono riuscita a ritrovare una parte di me, che ho sempre paura di perdere durante le mie giornate piene di impegni. 

Nella mostra mi perdo tra i dettagli dei quadri, lascio che il silenzio prenda il sopravvento per lasciare che i miei pensieri possano finalmente essere protagonisti della mia giornata. La stessa situazione si ripete mentre corro, lascio che anche le problematiche più grandi della mia vita si mostrino nella loro interezza perché so, che alla fine di quell’ora, seduta sul divano di casa, tutto sarà più nitido. 

Bisogna guardare in faccia i nostri pensieri, lasciare che si esprimano nella loro forma più pura, per ritrovare quella sensazione di controllo sulla propria vita, che scivola tra le nostre mani, a volte, troppo occupate a tenere stretta la mano dei propri figli oppure l’importante fascicolo di un documento di lavoro. 

Ascoltare i propri pensieri come chiave per capire cosa stiamo nascondendo dietro alle problematiche della vita di tutti i giorni. Correre per sentire sulla pelle ciò che ci circonda e trovare l’equilibrio sopra la follia dei nostri sogni che – come diceva una canzone famosa – son desideri. 

Corro sempre con voi, 

Ivy

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