Un pagina del mio diario. Le mie giornate in quota, sognando il record.

Stelvio-Running

Ci siamo, mancano pochi giorni al tentativo di record.

Il cammino è stato lungo e faticoso. E’ stato soprattutto difficile mantenere alta la motivazione, spesso scendeva. Ho dovuto fare uno sforzo su me stessa per riprendere l’obiettivo, visualizzarlo utilizzando tutti i cinque sensi, dividerlo in piccole mete da raggiungere e ricominciare da capo.

La maggior parte dei miei allenamenti nelle ultime settimane sono stati in salita. Nel solo mese di luglio ho corso più di 400 km.

Ora mi sento pronta, anche se questa volta ho tante emozioni contrastanti.

In tutte le mie imprese, ho sempre avuto vicino il mio team, io dovevo solo muovere le gambe, per il resto mi affidavo completamente a loro. Questa volta non sarà così, dovrò fare tutto da sola e questa cosa mi spaventa molto. Accanto a me però ci saranno Omar di Felice, grandissimo ultracycling e Fabio Vedana, il mio amico/allenatore. Assieme mi accompagneranno e mi supporteranno lungo tutto il percorso. Mai come in questa sfida il tempo è prezioso e non posso permettermi di perdere neanche un secondo fermandomi.

Per poter riuscire in questa nuova sfida, sono salita a Bormio qualche giorno prima per potermi acclimatare. Sono sola ed anche questa è una novità per me; purtroppo la mia famiglia non poteva venire. Ne approfitto per riprendermi i miei spazi, ma mi mancano  tantissimo: alla sera ho la stessa nostalgia di Caterina che mi chiama singhiozzando, ma so che è per poco tempo quindi cerco di godermi il silenzio e la calma dei pensieri.
Era da vent’anni che non mi succedeva di stare una settimana da sola, o forse non mi è mai successo. Sto avendo modo di interrogarmi su tante cose, mi trovo a riflettere sui momenti della mia vita, è come se riavvolgessi il nastro di una vecchia cassetta. In alcuni momenti piango, in altri sorrido. Mi sto rendendo conto di quanto alcune persone mi vogliono bene, mi supportano, mi guidano a distanza, mi sostengono con messaggi e chiamate.

Per potermi abituare all’altezza ogni giorno corro a quote sempre più elevate.

Il primo giorno a Bormio (1224m), il secondo a Livigno (1800m), posto spettacolare. Qui ho corso 11 km sulla pista ciclabile. Il terzo giorno ai laghi di Cancano (circa 2000m). Pensavo di avere maggiori difficoltà nella respirazione, invece a parte i primi metri poi corro tranquilla. La parte più difficile del percorso saranno gli ultimi 6 km quando si comincia a salire sopra i 2000m. Il re Stelvio non perdona quindi passo ore intere in quota per cercare di abituare il mio fisico. Ormai conosco il Passo dello Stelvio benissimo, ogni masso, lo sto girando ovunque. La prima volta che sono salita in macchina, confesso, mi sono spaventata, per meglio dire terrorizzata. Facevo fatica a salire in seconda!  Ogni tornante mi sembrava infinito, la pendenza un muro invalicabile. Ogni curva continuavo a ripetermi che era una pazzia, una vera follia.

Ma in fondo ho scoperto il motivo per cui amo salire in vetta, in alto. E’ un modo per essere più vicino al cielo, più vicino a mia Mamma.

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